Videoracconti di pubblica illuminazione
Dal progetto “Who is She?” di Daniele Spanò
Sei proiettori, sei fonti di luce per l’illuminazione di un angolo del Pigneto, se azionati diventano sei magici cinematografi in miniatura.
Dal loro interno nasce una luce che ci racconta una storia di ritratti perduti.
“Trentasei fotografie, insieme a tre carte da gioco, rispettivamente tre, sette e otto di fiori, sono state ritrovate da Daniele Spanò il giorno 15 gennaio del 2015 (…).
Le fotografie ritraggono sempre lo stesso soggetto, una donna tra i trentacinque e i quarantacinque anni…Chi è lei? Qual è la sua storia? Chi è il fotografo che la ritrae? (...) la volontà è di restituire questo prezioso materiale al legittimo proprietario in cambio del racconto della storia della persona ritratta e la creazione di opere d’arte con il materiale ritrovato con il fine di far vivere nuovamente i reperti per creare cosi una nuova “storia”, un nuovo presente agli oggetti ritrovati.”
Racconteremo la storia di attraverso l’uso di proiettori storici, che vorrebbero raccontarci le proprie storie di luci di altre epoche, di lunghi viaggi, di palcoscenici dimenticati o ancora calcati da grandi attrici.
Proiettori che se potessero parlare ci racconterebbero Storie di primi attori, di registi innovativi ma anche le storie dei tecnici che li hanno accesi, puntati, trasportati. Storie di cinema, di moda, di teatro, di vita.
Questa volta ci racconteranno la storia di e del misterioso ritrovamento da parte di Daniele Spanò, da cui nasce l’idea del blog https://whoisshe2015.wordpress.com/
Dall’unione tra il materiale fotografico ed i proiettori di epoche passate che trovano una nuova vita in modalità bizzarre e innovative nasce il progetto “Polaroad”, pensato appositamente come sperimentazione illuminotecnica nell’ambito di RGB Outdoor light festival.
Un modo di utilizzare forme di luce giocando con le possibilità della tecnica e con il divertimento che provo ogni volta che do spazio ad un mio piccolo hobby, quello del “restauro” di vecchi proiettori sull’orlo della rottamazione.
Da un vecchio Fresnel può nascere un oggetto di arredamento, un punto luce, un tavolino o altro.
Stavolta sono nati sei proiettori di luce a led che, quando azionati, diventano sei videoproiettori che ci aiutano a immaginare e a ricostruire possibili vite di Madame X.
A nostro gusto, naturalmente.
Daniele Davino
who is she?
"Il giorno 15 gennaio del 2015 sul marciapiede di via Casilina a pochi passi da piazza di Porta Maggiore ho trovato 36 fotografie in bianco e nero di formato 12×18 cm. Tutte le foto ritraggono lo stesso soggetto, una donna di età approssimativamente stimata tra i 35 ed i 40 anni. La donna compare sempre sola ed in posa, fatta eccezione per tre scatti in cui è ritratta in compagnia di un uomo."
Continua...
“Le possibilità sono infinite, la velocità non riusciamo a definirla e i nostri occhi sono assuefatti, inutilizzati per la maggior parte delle loro possibilità.
Camminiamo e non ci accorgiamo, non esiste un'educazione alla luce, esiste solo “si vede, non si vede”, un ON/OFF che ci fa perdere tutto, uno spettro di possibilità che abbiamo ma al quale nessuno ci indirizza. La luce in città è solo funzionale a vedere e a farsi vedere, ma per noi è molto altro.
Il buio ci aiuta, non è un nemico, è come una tavolozza bianca dove sono aperte tutte le possibilità per dare colore, spessore ed anima a strutture costruite solitamente per vivere con la luce del giorno.
Questa è la scommessa e la sfida che lanciamo a noi stessi.
La vera anima di quello che vediamo si nasconde dietro un'ombra, è da questo concetto che abbiamo sviluppato l'idea di RGB.”
L’Arri Apollo 5 kw, utilizzato in questa installazione, nasce nel 1979.
La prima serie Arri lighting del 1924
La prima unità mobile dotata di proiettori elettrici
L’Arri Apollo 5 kw, utilizzato in questa installazione, nasce nel 1979.
Polaroad
Storie di luci
"Proiettori storici, che vorrebbero raccontarci le proprie storie di luci di altre epoche, di lunghi viaggi, di palcoscenici dimenticati o ancora calcati da grandi attrici.
Ci racconterebbero Storie di primi attori, di registi innovativi ma anche le storie dei tecnici che li hanno accesi, puntati, trasportati. Storie di cinema, di moda, di teatro, di vita."
Arri ( Arnold & Richter Cine Technik ) è un gruppo industriale specializzato in attrezzature professionali per il cinema.
La Arri è stata fondata nel 1917 da August Arnold e Robert Richter con il nome Arnold & Richter Cine Technik.
Nel 1924 producono la loro prima cinepresa, la Kinarri 35, piccola e portatile. Nel 1937 presentano la Arriflex 35, una cinepresa professionale reflex la cui tecnologia è usata ancora oggi su quasi tutte le cineprese.
Negli anni successivi la Arri estende la sua produzione anche a tutti gli aspetti della produzione cinematografica inclusi dispositivi di illuminazione e strumenti di post produzione digitale.
In riconoscimento dei suoi prodotti innovativi la Arri ha ricevuto 18 premi dalla Academy of Motion Picture Arts and Sciences.
La produzione di proiettori di illuminazione inizia nel 1924, anno in cui August Arnold costruisce il primo riflettore a specchio con una lampada elettrica al suo interno.
Nello stesso anno, assemblando un motore aereo in un’automobile, la Arri utilizza per la prima volta dei riflettori a specchio elettrici su un’unità mobile.
Da allora l’ascesa della Arri come principale produttrice al mondo di macchine da presa e proiettori per il cinema e la TV è inarrestabile.
L’Arri Apollo 5 kw, utilizzato in questa installazione, nasce nel 1979 e si afferma subito come uno dei Fresnel più utilizzati negli studi televisivi e sui set cinematografici di tutto il mondo.
A differenza del suo successore (l’Arri Studio) l’Apollo viene apprezzato molto anche negli allestimenti teatrali perché coniuga l’altissima qualità della luce con una scocca ben sigillata e senza particolari sfori di luce.
Polaroad
Vicolo dell'Accattone
Polaroad, opera inserita all’interno di RGB outdoor light festival, è esposta in un luogo cult del cinema.
Simbolicamente questo luogo rappresenta la memoria storica del grande cinema neorealista e un luogo memorabile del cinema pasoliniano.
La scelta di questo luogo non è casuale ma è dettata dal filo conduttore che lega i proiettori utilizzati nell’installazione alla storia del cinema mondiale.
Quattro dei sei proiettori utilizzati sono prodotti dalla famosa industria di macchine da presa e proiettori ARRI, il modello qui utilizzato è l’ARRI APOLLO 5KW.
La serie di cui fa parte vede la luce, con il primo modello, nel 1924 e da allora accompagna ogni produzione cinematografica mondiale. Probabilmente non esiste un film al mondo in cui non sia stato utilizzato, durante le riprese, almeno un prodotto della ARRI.
Installare Polaroad in questo vicolo per me significa anche dare un umile tributo alla memoria di un grande intellettuale del Novecento, una fonte di ispirazione inesauribile in molti campi, dal cinema alla poesia, dalla prosa al giornalismo.
Sto parlando, naturalmente, di Pier Paolo Pasolini.
Pasolini, friulano di Casarsa, arriva a Roma nel 1950 e in pochi anni arriva a conoscerla come pochi altri, descrivendola e descrivendone i cambiamenti nei suoi libri ( particolarmente in “Ragazzi di vita”), in articoli di giornale ( “Scritti corsari”), nelle sue poesie ( “Le ceneri di Gramsci”) e in molti dei suoi film.
Vicolo dell’Accattone prende nome proprio dal fatto che in questo piccolo vicolo dell’allora borgata del Pigneto venne ambientata la casa di Accattone nell’omonimo famosissimo film del 1961. Pochi metri di strada diventati da allora pietre miliari del cinema mondiale.